Cesena-Cagliari 0-1

Cesena, stadio Dino Manuzzi, domenica 24 maggio 2015 ore 15. Trentasettesima e penultima giornata di serie A.

CESENA (4-2-3-1): Agliardi; Volta, Lucchini, Krajnc, Renzetti; Cascione, De Feudis; Tabanelli (74′ Ze Eduardo), Brienza, Dalmonte (63′ Djuric); Defrel (86′ Rodriguez). A disp.: Leali, Bressan, Capelli, Magnusson, Nica, Mudingayi, Succi, Moncini, Mordini. All.: Di Carlo.

CAGLIARI (4-3-1-2): Brkic; Balzano, Capuano, Rossettini, Murru; Ekdal, Crisetig, Joao Pedro (74′ Barella); M’Poku (86′ Longo); Farias, Cop (64′ Sau). A disp.: Cragno, Diakite, Avelar, Gonzalez, Ceppitelli, Dessena. All.: Festa.

ARBITRO: Abbattista.

RETI: 91′ Sau (CA)

Ammoniti: De Feudis, Lucchini, Cascione

CESENA. Non era questo il modo in cui avremmo voluto salutare la serie A. Non con un gol subito a tempo scaduto da una ex diretta concorrente per la salvezza ampiamente retrocessa con anticipo proprio come il Cesena. Quasi tutto il campionato è stato una sofferenza e questa ultima partita casalinga non ha certo fatto eccezione.

Le solite menate sull’importanza di non arrivare ultimi o penultimi per sperare nel solito impossibile ripescaggio, che come insegna la storia è appannaggio solo delle varie mafie del calcio, servivano solo per riempire parole e ore vuote, prive altrimenti di ogni significato.

La classifica dice che il Cesena non si avvicinerà nemmeno lontanamente ai 30 punti, la cosiddetta soglia della dignità, e che il Cagliari chiuderà sicuramente avanti. Al netto delle penalizzazioni persino il Parma ha raccolto più punti del Cesena. Come due anni fa la retrocessione in serie B avviene nel peggiore dei modi.

Avremo tutta l’estate per rimuginare sulle cause di questo mezzo disastro, anche se naturalmente la prima e più grave resta una e una sola: la cacciata dell’uomo che aveva costruito questo gruppo e che l’aveva portato in A dalle porte della C.