Milan-Cesena 2-0

Milano, stadio San Siro, domenica 22 febbraio 2015 ore 15. Ventiquattresima giornata, e quinta di ritorno, del campionato di serie A.

MILAN (4-3-1-2): Abbiati, Bonera, Bocchetti, Rami, Antonelli; Poli, De Jong, Montolivo (35′ st Van Ginkel); Bonaventura; Menez (40′ st Cerci), Destro (18′ st Pazzini).
A disp. Gori, Donnarumma, Muntrari, Suso, Honda, Essien, Alex, Felicioli, De Santis.
All. Inzaghi.

CESENA (4-3-1-2): Leali, Nica (21′ st Capelli), Volta, Renzetti, Lucchini; Giorgi, De Feudis (29’st Carbonero), Ze Eduardo (41′ Mudingayi), Brienza; Defrel, Djuric.
A disp. Agliardi, Bressan, Rodriguez, Krajnc, Magnusson, Succi, Dalmonte.
All. Di Carlo.

ARBITRO: Tommasi di Bassano

RETI: 22′ pt Bonaventura, 44′ st Pazzini (rig.)

AMMONITI: Lucchini, Nica, Volta, Carbonero (C), Bocchetti (M)

MILANO. Botte e gol. Un Milan tatticamente inguardabile, che riesce ad appassire giocatori come Destro e Cerci, batte un Cesena col mal di trasferta anche grazie ad un arbitraggio amico ed un gioco davvero duro.

De Jong in particolare azzoppa Zè Eduardo costringedolo a lasciare il campo senza nemmeno ricevere un cartellino (il bianconero starà fuori un mese almeno) ed in generale Tommasi lascia correre tutto e di più in favore dei padroni di casa.

Nei primi 20 minuti il Cesena soffre ma, a parte un gol annullato per netto fuorigioco, il Milan non va mai al tiro. Lo fa al minuto 22 con Bonaventura dalla distanza e come al solito Leali non para. Rossoneri in vantaggio col minimo sforzo.

Gli ospiti lentamente si organizzando e sfiorando il pareggio in chiusura di tempo con De Feudis, bravissimo nel ruolo di mezz’ala, ma Abbiati, a differenza del suo collega Leali, fa la differenza con un prodigioso intervento. 

Nella ripresa è il Cesena che fa la partita e il Milan si difende senza troppi patemi, prima che ancora Tommasi ignori un contatto su Defrel in area rossonera e sancisca con un rigore un contatto Carbonero-Antonelli nell’area opposta. Mazzini dal dischetto centra Leali che non riesce però a deviare fuori dallo specchio: 2-0 e addio finale infuocato.

Pomeriggio negativo sul piano del risultato, meno su quello del gioco ma da manuale per l’arbitraggio: prestazione, quella di Tommasi, da prendere ad esempio per descrivere la sudditanza psicologica.