Derby

Alcune semplici considerazioni a poche ore dalla sfida tra Rimini e Cesena. In particolare nei quotidiani romagnoli, che devono vendere principalmente a Rimini (è la piazza con il mercato più grande e quindi appetibile) si usa ormai a sproposito il termine derby.

La discussione potrebbe essere infinita su questo argomento. Benchè Wikipedia tenti di organizzare sommariamente l’argomento, ogni persona potrebbe fornire una propria visione e versione del termine derby.

Noi puntualizzeremo la visione bianconera, cesenate, del termine derby.

Per il Cesena il derby principale è quello con il Bologna. Perchè noi siamo la Romagna, loro l’Emilia, ed è una sfida storica, culturale e politica.

Ma quello non è il solo derby. Sempre ragionando in ottica Emilia contro Romagna, definiamo derby minori, quelli con Modena in primis, Reggiana e Spal poi.

E basta.

Un derby ha, deve avere, una sua storia alle spalle. Deve esserci una rivalità sentita, non puramente sportiva, ma culturale, etica, politica, etc… Tutti elementi che ritroviamo nelle sfide con le emiliane.

Elementi viceversa che non sussistono nè nelle sfide con Rimini nè con il Ravenna. Il massimo a cui ambisce un ravennate od un riminese è diventare “la prima squadra della Romagna“. Tutto qui. Ma per quello contano i soldi. Se uno fa il falegname e fa fortuna con questo mestiere, magari allestisce una squadra fortissima che diventa anche la prima in Romagna. Ma sarebbe la stessa cosa se Abramovich comprasse il Riccione e lo portasse in Champion’s League. Rimini e Ravenna non possono, perchè è impossibile, contendere alcun primato etico, culturale, politico, enogastronomico o di altra natura a Cesena.

Quindi per noi non sono derby.

Che poi questo genere di sfide siano esasperate da riminesi e ravennati, è persino legittimo, dal loro punto di vista. Ma il derby derby del Rimini è con il Fano