Chi è il calciatore,chi è l’uomo.

Negli ultimi tempi ci è capitato di sentire da più parti commenti a proposito dei "nostri" giocatori. Come punto di partenza di questo post ci piace dire che ognuno è libero di pensare come vuole e noi, come sempre, rispettiamo le idee di tutti. Noi intendiamo semplicemente ricordare che fare il calciatore è un lavoro e come tale deve essere trattato, in più siamo d’accordo con quanto scritto dalle WSB in una delle loro ultime fanzine e cioè che chi fa il calciatore di mestiere nella vita è un privilegiato. A questo punto è ovvio che chi lavora può essere criticato per quello che fa o non fa : se ognuno di noi non dà il massimo o si comporta male, o commette errori nel suo ambiente di lavoro, può essere ripreso da chi di dovere o addirittura nei casi peggiori licenziato. Tutto quanto stiamo scrivendo può sembrare evidentemente scontato e stupido da ricordare, ma non è così se parliamo del lavoro "calciatore". I giocatori del Cesena, uno in particolare, si sono risentiti della contestazione fatta a sei giornate dalla fine del campionato, quando fino alla settimana prima sono sempre stati sostenuti a gran voce da tutti. Quindi, se è vero che loro fanno questo di lavoro, tutti noi tifosi abbiamo avuto diritto di criticare e manifestare in vario modo il nostro dissenso nei confronti di un lavoro svolto male per tutto l’anno. Chi sbaglia nell’esercizio del suo lavoro dovrebbe avere l’umiltà di accettare le critiche ed ammettere i propri errori, cercando di migliorare e riparare i danni fatti, quantomeno non dovrebbe contestare chi ha il diritto di parlare perchè, fino a prova contraria, chi contesta all’interno dello stadio PAGA! Questo non significa affatto, come è stato detto da un conduttore lunedì sera scorso, che l’amore tra i tifosi e il Cesena è finito, come potrebbe essere così? Questo significa più semplicemente che i tifosi, per sempre innamorati del loro Cesena, che appartiene a loro e non ai giocatori che vanno e vengono, hanno un cervello pensante e che vorrebbero sempre vedere i giocatori fare tutto il possibile perchè il loro lavoro riesca bene. Poi, quando capita che le cose finiscono male, come quest’anno, i tifosi protestano, ma l’amore per il Cesena, l’amore per la propria squadra supera tutte le difficoltà. Vogliamo concludere con un pensiero rivolto a certi giocatori che, probabilmente sono molto bravi nel loro lavoro, ma non sono altrettanto bravi nelle relazioni umane. Vorremmo ricordare a certi giocatori passati di qua e nati e cresciuti qua, che nessun tifoso al mondo non capisce che il lavoro "calciatore" a volte ti porta giocare in città, in squadre che sono nemiche, ma i tifosi meritano rispetto. Troppo spesso capita che certi giocatori questo rispetto lo dimentichino e questo non va bene. Vogliamo ricordare a Confalone che è di San Carlo, che è cresciuto calcisticamente a Cesena e che la Curva Mare l’ha accolto a sè cantando " Confalone uno di noi". E’ già stato difficile accettare di vederlo con la maglia rossoblu addosso, ma addirittura "Chi non salta è un Cesenate" NO!  E’ troppo! Qualunque screzio o fraintendimento Confalone abbia potuto avere con la dirigenza bianconera ai tempi del rinnovo del contratto, vogliamo ricordare che quello è il lavoro di calciatore, il resto è l’uomo.