Castori, picchiali tutti!

E’ tornato il guerriero, è tornato il condottiero, è tornato l’eroe. Fabrizio Castori ha ripreso in mano le redini del Cesena e la differenza si è subito vista. I limiti di una squadra composta in buona parte da giocatori scarsi e privi di qualsiasi intelligenza tattica, degni più del Centro Sportivo che del campionato di Serie B, sono noti a tutti. Quello che Castori ha portato in più è stata la grinta.

A Bologna si è rivisto un Cesena battagliero come mai era accaduto nei primi due mesi del 2008. E lo spirito di sacrificio, la voglia di mordere l’avversario, aggredirlo senza timore alcuno né delle conseguenze, sono le uniche armi a disposizione di questo modesto gruppo per provare ad ambire alla salvezza. Il finale di campionato  dell’uomo di San Severino Marche è degno del Libro Cuore: dopo l’esonero di novembre ecco il ritorno verso una permanenza in B che avrebbe del miracoloso. Tanto che a Cesena c’è già chi ha pensato di togliere dal centralissimo palazzo del Capitano l’ormai obsoleta statua del papa per sostituirla, in caso di salvezza, proprio con quella dell’attuale tecnico bianconero.

Battute a parte, il derby di Bologna ha restituito ai tifosi una squadra rivitalizzata ed un Castori combattivo come ai vecchi tempi. Ha urlato a squarciagola per tutta la partita, è stato espulso ingiustamente e uscendo ha risposto anche agli insulti provenienti dalla curva Andrea Costa, quella riservata ai tifosi felsinei, accendendo naturalmente l’entusiasmo tra quelli romagnoli. Sabato lo attende un’altra delicata trasferta, a Brescia, una sorta di partita da amore e odio. In curva i tifosi, gemellati, si scambieranno gentilezze; in tribuna, un manipolo di bolliti che ancora rosicano per l’epica sfida di Lumezzane dai tempi della C, trascorrerà tutti i 90’ insultando Castori. Ma questo è il clima giusto per sognare l’impresa.