Meno armi, meno morti

Un sindacalista UIL di polizia, tal Ugo Vandelli, afferma attraveso il Corriere Romagna di oggi, venerdì 23 novembre 2007, che "essere in possesso di un’arma da fuoco non significa necessariamente saperla usare". Siamo d’accordissimo. Poi però prosegue con una soluzione, secondo noi, che si muove semplicemente nella direzione opposta di quella giusta: "Fondamentale è l’esercitazione", si legge nell’articolo riportato per comodità al termine di questo post.

Allora, tal Vandelli è descritto come "istruttore di tiro rapido", e ci risulta essere anche autore di un paio libri didattici sulla balistica e sulle ersercitazioni al poligiono. Ed è comprensibile che porti avanti la propria visione delle cose: non è a lui perciò che ci rivolgiamo, ma tutto il resto del mondo. Al resto delle forze dell’ordine, ai rappresentanti politici ed istituizionali, a tifosi e semplici cittadini: affermazioni del genere meriterebbero ben altra attenzione.

Il problema è semplicemente uno: se uno è armato, prima o poi finisce per usare quell’arma. Il modello americano, quello della Coloumbine High School per intenderci, è ormai stato importato anche in Italia ed in Europa.

Per avere meno problemi, meno incidenti e meno morti, devono circolare meno armi. Anche alle forze dell’ordine, anche ai Vigili Urbani (e pensare che qualcuno vorrebbe armare anche i Pompieri).

Ed il fatto di essere esercitati o meno, non è il problema.

Il poliziotto che ha ucciso Gabriele Sandri, in autogrill ad Arezzo, non ci sembra abbia avuto una cattiva mira. Non sappiamo se si sia o meno esercitato al poligono, ma colpire una persona da quella distanza, all’interno di un’auto, non è certo impresa da poco.

Anche chi a Genova, nel 2001, ha ucciso Carlo Giuliani (e non continuiamo a dare la colpa al povero ed ingenuo Placanica), aveva davvero una ottima mira.

Chi ha ucciso Ilaria Alpi, sparando da lontano (benchè gli stessi periti che hanno esaminato il caso Placanica-Giuliani sono quelli che si sono occupati di questa spinosa vicenda), aveva una buona mira.

La soluzione è una ed una sola: meno armi in circolazione. Altro che esercitazioni.

Vorremmo però che su questo tema prendessero posizione, per chiarezza e completezza di idee, anche gli altri soggetti coinvolti nell’articolo citato. Il segretario provinciale della UIL Giuliano Zignani, che sappiamo essere tifoso del Cesena e talvolta anche ospite di qualche trasmissione televisiva sulla squadra bianconera, è a favore o contrario ad una riduzione delle armi? Tra le forze dell’ordine così come tra i normali cittadini, s’intende…

Ed il commisariato di Cesena, e Prefetto e Questore, ed il Sindaco, e gli altri tifosi, secondo voi? Non è argomento sul quale si può tacere…

Promettiamo di pubblicare integralmente tutti i contributi che riceveremo in sede, circolo Arci Vigne, piazza Partigiani Cesena.

Corriere Romagna venerdì 23 novembre 2007