Paese dei cachi…

Eì notizia di oggi che il Catania tornerà a giocare  senza “porte chiuse nelle restanti partite di questo campionato che disputerà comunque in campo neutro in giro per l’Italia. Il provvedimento era stato adottato dall’autorità sportiva dopo i fatti che portarono alla morte dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti. Ora arriva un Tar qualsiasi (quello etneo) ad affermare che la punizione era troppo severa.

Altra riflessione. Qualche giorno fa la Fiorentina, con sentenza del lodo arbitrale, è stata tolta dal fango di Calciopoli. Della Valle ovviamente si è arrabbiato per i 45 punti di penalizzazione. Passata la bufera e l’ondata emotiva in stile maccartista, ci dicono che tutto quello che avevamo creduto (che ci avevano fatto credere e\o pensare prima) non era vero.

Ora due commenti.

  1. In Italia le decisioni si prendono non in base a problemi da risolvere ma solo sull’onda dell’emotività. Giocoforza poi si è costretti a far macia indietro, ma in questo noi italiani siamo bravissimi, siamo i re dei “sono stato male interpretato“. Ogni italiano è un piccolo cardinale Bagnasco.
  2. Il Catania aveva conquistato la promozione in Serie A (tra l’altro con gol di Del Core) all’ultima giornata, proprio tra le mura amiche, contro l’Albinoleffe, all’ultima giornata di campionato. L’Albinoleffe doveva vincere per evitare i play-out, ai quali sarebbe andato il Rimini. L’Albinoleffe, rigenerato dalla cura Mondonico, nello scorso fine campionato era molto più in forma del Catania, tanto da concludere il primo tempo sull’1-1. Stando ai racconti dei bergamaschi, i giocatori biancazzurri negli spogliatoi sarebberto stati avvicinati “un numero spropositato di persone non autorizzate che ci hanno minacciati – come ha spiegato Bonazzi – Ci hanno invitati pesantemente a perdere il match e siamo stati anche strattonati e malmenati. Le conseguenze si sono viste: nella ripresa non abbiamo piu’ giocato“. Se non è fattore casa questo… E poi ancora: quest’anno il Catania, prima del caso Raciti, era in lotta per l’Europa. Da quando gioca a porte chiuse ha una media retrocessione spaventosa, che lo sta portanto ai limiti della zona calda. Senza pubblico il Catania non è pericoloso. Ancora: in Italia funziona così.

Chi fa il furbo vince, che sia Calciopoli o uno stadio del sud.